Band: Omnia Malis Est
Disco: Viteliù
Disco: Viteliù
Genere: Epic Black Metal
Anno: 2015
Oggi parliamo dell'album di debutto di
Omnia Malis Est, one man band lucana che giunge a ben otto anni di
distanza dal precedente lavoro, l'EP Fides. Innanzitutto, è un disco
che si fa notare immediatamente per la particolarità del concept,
che riguarda la strenua opposizione dei Sanniti ai Romani lungo tutta
la loro storia. Vengono infatti ripresi diversi momenti storici,
anche molto diversi, come la guerra sociale di inizio I sec. a.C.
(“Viteliù”, ma anche “Disfatta”) e la guerra civile tra
Silla e Mario, quando i Sanniti intervennero al fianco di
quest'ultimo (“Battaglia di Porta Collina”, 82 a.C.), ma anche le
ben note guerre sannitiche (“Al dì delle forche” è incentrata
sulla battaglia delle Forche Caudine, che risale al IV sec. a.C.).
Fatta questa premessa, passiamo alla musica, che cerca di esprimere
questo concept nella maniera più epica possibile: l'impresa riesce,
grazie anche al bel gusto melodico di Uruk-Hai (mastermind del
progetto Omnia Malis Est), che fa imponente uso di un sound melodico
e accattivante, il quale riesce a rendere l'album omogeneo ma mai
ripetitivo. In particolare, da questo punto di vista le tracce che
probabilmente esprimono meglio l'anima della band sono “Viteliù”
e “Battaglia di Porta Collina”, ma anche “A Diana” e “Sabella
Carmina” meritano una menzione per la loro capacità di accorpare
arpeggi ariosi e sfuriate più tipicamente black metal. Personalmente
ho trovato molto interessante anche il “midtro” Ner Tefùrùm,
che si discosta parecchio dal resto del disco, dato che manifesta
un'anima molto più vicina allo shoegaze di Slowdive e My Bloody
Valentine (influenze ravvisabili, in minima parte, anche nella parte
conclusiva di “Primavera sacra”) che a quella di un gruppo black
metal: una scelta coraggiosa e da premiare, che serve a “rompere”
gli schemi prima delle tre canzoni che concludono il disco. Grossi
difetti questo disco non ne ha, ma probabilmente l'attacco thrash di
“Al dì delle forche” non è molto convincente, così come
“Disfatta”, traccia che chiude il lavoro, avrebbe forse meritato
un epilogo più epico. Ma in fondo possiamo dire che questi sono
difetti da poco, che non intaccano assolutamente la riuscita di un
lavoro che si può tranquillamente candidare a uno dei più
interessanti di quest'anno nell'ambito del metal estremo italiano.
Tracklist:
1 – Viteliù
2 – Al dì delle forche
3 – A Diana
4 – Primavera sacra
5 – Ner Tefùrùm
6 – Battaglia di Porta Collina
7 – Sabella Carmina
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