giovedì 11 giugno 2015

Omnia Malis Est - Viteliù

Band: Omnia Malis Est
Disco: Viteliù
Genere: Epic Black Metal
Anno: 2015

Oggi parliamo dell'album di debutto di Omnia Malis Est, one man band lucana che giunge a ben otto anni di distanza dal precedente lavoro, l'EP Fides. Innanzitutto, è un disco che si fa notare immediatamente per la particolarità del concept, che riguarda la strenua opposizione dei Sanniti ai Romani lungo tutta la loro storia. Vengono infatti ripresi diversi momenti storici, anche molto diversi, come la guerra sociale di inizio I sec. a.C. (“Viteliù”, ma anche “Disfatta”) e la guerra civile tra Silla e Mario, quando i Sanniti intervennero al fianco di quest'ultimo (“Battaglia di Porta Collina”, 82 a.C.), ma anche le ben note guerre sannitiche (“Al dì delle forche” è incentrata sulla battaglia delle Forche Caudine, che risale al IV sec. a.C.). Fatta questa premessa, passiamo alla musica, che cerca di esprimere questo concept nella maniera più epica possibile: l'impresa riesce, grazie anche al bel gusto melodico di Uruk-Hai (mastermind del progetto Omnia Malis Est), che fa imponente uso di un sound melodico e accattivante, il quale riesce a rendere l'album omogeneo ma mai ripetitivo. In particolare, da questo punto di vista le tracce che probabilmente esprimono meglio l'anima della band sono “Viteliù” e “Battaglia di Porta Collina”, ma anche “A Diana” e “Sabella Carmina” meritano una menzione per la loro capacità di accorpare arpeggi ariosi e sfuriate più tipicamente black metal. Personalmente ho trovato molto interessante anche il “midtro” Ner Tefùrùm, che si discosta parecchio dal resto del disco, dato che manifesta un'anima molto più vicina allo shoegaze di Slowdive e My Bloody Valentine (influenze ravvisabili, in minima parte, anche nella parte conclusiva di “Primavera sacra”) che a quella di un gruppo black metal: una scelta coraggiosa e da premiare, che serve a “rompere” gli schemi prima delle tre canzoni che concludono il disco. Grossi difetti questo disco non ne ha, ma probabilmente l'attacco thrash di “Al dì delle forche” non è molto convincente, così come “Disfatta”, traccia che chiude il lavoro, avrebbe forse meritato un epilogo più epico. Ma in fondo possiamo dire che questi sono difetti da poco, che non intaccano assolutamente la riuscita di un lavoro che si può tranquillamente candidare a uno dei più interessanti di quest'anno nell'ambito del metal estremo italiano.

Tracklist:
1 – Viteliù
2 – Al dì delle forche
3 – A Diana
4 – Primavera sacra
5 – Ner Tefùrùm
6 – Battaglia di Porta Collina
7 – Sabella Carmina
8 – Disfatta

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