Band: Seventh Genocide
Disco: Breeze of memories
Disco: Breeze of memories
Genere: Folk/Black Metal/Post-Rock
Anno: 2015
In passato abbiamo recensito il promo
EP dell'album uscente dei Seventh Genocide: ebbene, ora quell'album è
finalmente uscito, sotto Naked Lunch Records. Per parlare del disco,
confermiamo innanzitutto le impressioni avute dal promo: c'è stato
un netto cambio di genere, dal black metal “tout court” del primo
disco si è passati un black metal fortemente intriso di post-rock ed
elementi folk, con derive shoegaze. Rispetto al promo, la produzione
è anche migliore: la resa degli strumenti è più nitida, e si
colgono meglio alcune sfumature del disco. E' un album molto uniforme
e coerente nella sua proposta: l'ascolto procede tra un continuo
alternarsi di parti acustiche ed altre più feroci, dove un
sottofondo di blast beat accompagna un riffing spesso aggressivo, ma
solitamente improntato a soddisfare un certo gusto melodico. Bene
anche la voce: non possiamo garantire che lo screaming di Rodolfo
(che si occupa anche di basso e chitarra acustica) sia unico nel
panorama black metal, ma sicuramente è ben eseguito ed impostato.
Una traccia che si discosta un po' dalle altre per struttura è la
penultima: “Summer dusk” dà maggiormente sfogo all'aspetto forse
più propriamente black metal del gruppo, soprattutto nella sua prima
metà, pur mantenendo sempre delle apprezzabili derive melodiche.
Parliamo in definitiva di un lavoro molto interessante, anche se con
qualche piccolo difetto: i suoni sono buoni ma non sempre perfetti,
soprattutto quando le chitarre vanno in tremolo picking. Un'altra
scelta che mi ha fatto storcere un po' il naso riguarda la decisione
di far terminare spesso e volentieri i pezzi in “fade out”,
quindi con le chitarre che vanno lentamente a sfumare: sono
situazioni che potevano essere sviluppate un po' meglio. La scarsa
durata dell'album (appena mezzora di musica), invece, non rappresenta
affatto un problema: i Seventh Genocide dimostrano infatti di
condensare molto bene le loro idee nel minutaggio che si sono
imposti, allungare il brodo poteva rischiare di diventare noioso,
vista la struttura piuttosto simile delle canzoni, elemento già
evidenziato. Nel complesso, ci troviamo di fronte a un lavoro
palesemente influenzato dalla cosiddetta “scena Cascadian” del
Nord America, ma con un'importante dose di personalità: sfido
chiunque a riconoscere questa band come un “clone” di Agalloch,
Wolves in the Throne Room, Addaura o chi volete voi, piuttosto,
invece, i nostri riescono a sviluppare una personalità propria, che
con il tempo andrà affinandosi sempre di più.
Tracklist:
1 – Breeze of memories
1 – Breeze of memories
2 – Be
3 – Behind this life
4 – Summer dusk
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